Il Nano. “Chi era costui?”

NaNoWriMo.jpg

Dopo tanto tempo torno a scrivere su questo mio blog e, per farmi perdonare per la lunga assenza, porto una succosa offerta propiziatoria e vi parlo del NaNoWriMo. Non sapete cos’è? E allora è proprio il caso di colmare questa lacuna, perché il NaNoWriMo, Nano per gli amici, è una bellissima iniziativa, a cui ho partecipato anch’io l’anno passato. Due fra i responsabili del gruppo italiano, LordMax e Antartika, e cioè Massimiliano Enrico, writing coach, editor, creatore di giochi e sistemista informatico, e Laura Mosconi, web developer, hanno pazientemente risposto alle mie domande. Ma prima di partire con l’intervista vera e propria, ecco una veloce definizione di questo evento riguardante la scrittura.

Il National Novel Writing Month (in genere abbreviato in NaNoWriMo) è un progetto annuale di scrittura creativa che coinvolge, grazie al web, moltissime persone in svariate nazioni nel mondo, e che si svolge nel mese di novembre (ma non solo, poi vedremo). Chi partecipa fa proprio l’obiettivo di scrivere un testo di 50.000 parole tra il 1° e il 30 novembre. Autori noti scrivono “pep-talk”, brevi discorsi motivazionali, per spronare i partecipanti durante tutto il processo. Il sito ufficiale offre ai “Wrimos” suggerimenti per il blocco dello scrittore, informazioni su dove si incontrano i partecipanti locali e una comunità di supporto online.

In questo sforzo collettivo non si punta sulla qualità (quella verrà raggiunta dopo, eventualmente, in fase di revisione) quanto sulla quantità di parole scritte. I testi non sono condivisi sul sito, ma il titolo, il genere, eventualmente una copertina e una sinossi sì: tutto per conferire quella patina di ufficialità che riesce a convincere anche gli amanti della scrittura più pigri e incostanti a mantenere quel tot di impegno giornaliero. L’idea è infatti quella di riuscire a scrivere quotidianamente, e il sito offre strumenti per seguire i progressi, come grafici e riquadri dove si può capire quanto ognuno deve scrivere ogni giorno per raggiungere le fatidiche 50.000 parole. Al traguardo si consegue una sorta di diplomino e un banner con cui ci si può fregiare sui social del titolo di vincitore. Se non si vince, pazienza, ci si riprova alla prossima sessione del Nano, o quando si vuole.

Il progetto è iniziato nel luglio 1999 con 21 partecipanti. Nell'evento del 2010, oltre 200.000 persone hanno preso parte e hanno scritto un totale di oltre 2,8 miliardi di parole. Nel 2017, 972 volontari di gruppi locali hanno supportato 468.104 partecipanti in sei continenti.

Ed ecco a voi le domande e le relative risposte (Grazie LordMax e Antartika!)

Qualche parola per chi non sa: cos’è il Nanowrimo?

L. Un mese di scrittura folle e tempi risicati per raggiungere l’obiettivo di 50.000 parole scritte.

Si tratta di un evento mondiale, gratuito e personale, una sfida che insegna molto su di sé.

Cosa significa 50.000 parole in un mese e perché così tante? Scrivere questa quantità di parole in 30 giorni quali implicazioni ha?

A. 50.000 parole corrispondono alla lunghezza di un romanzo breve. Nello specifico, è, grossomodo, il wordcount di Il Grande Gatsby.

Scrivere 50.000 parole in un mese è un obiettivo sfidante ma, al tempo stesso, raggiungibile anche per chi ha impegni lavorativi e familiari.

Raggiungere questo numero di parole non è sicuramente facile, ma l’arco temporale ampio in cui si svolge la sfida permette di concentrarsi sull’abitudine di scrivere tutti i giorni piuttosto che solo quando ci si sente ispirati. L’altro grande beneficio del NaNoWriMo è quello di spingere auna scrittura meno controllata e più libera, rimandando giudizi e correzioni alla successiva fase di revisione. È un ottimo esercizio per le persone ultraperfezioniste.

L. I due principali vantaggi risiedono nel fatto che si è obbligati a scegliere e trovare una strategia di lungo periodo per raggiungere l’obiettivo, non si può scrivere quando capita ma serve una pianificazione e, alla fine, si scopre di poterlo fare, e di poterlo fare, volendo, anche al di fuori del NaNoWriMo.

Sono nati molti scrittori da questo evento grazie alla presa di consapevolezza che restituisce.

Il Nanowrimo sembra parlare alla solitudine di chi scrive. Prima di tutto chi è una persona che scrive (laddove la parola “scrittore” ha un’accezione più impegnativa)?

A. Una persona che scrive, secondo me, è una persona che ama visceralmente raccontare storie. Scrivere è, al tempo stesso, un mezzo di auto-espressione e di comunicazione con l’altro. È per questo che non sono d’accordo con chi dice che si può scrivere “per sé stessi”. Chi scrive lo fa per un lettore, reale o immaginario.

L. C’è un motto universale che sembra perfetto: “Scrivere è una esperienza solitaria, essere uno scrittore non lo è”.

Chi scrive è una persona che ha una esigenza, raccontare una storia. Sembra banale, noi viviamo nelle e delle storie ma non è così semplice. La spinta, il desiderio di raccontare una storia attraverso la scrittura è lo stesso che spingeva gli uomini primitivi a tracciare disegni sulle pareti, c’è più magia nello scrivere una storia che nel conquistare il Far West.

Ti sei fatto/a un’idea del perché si scriva? Cioè, c’è un minimo comune denominatore in questa sorta di comunità transnazionale?

A. Le persone partecipano al NaNoWriMo per molti motivi differenti: c’è chi usa la scrittura come valvola di sfogo o terapia, chi lo fa perché quando scrive si sente veramente sé stesso, chi considera la scrittura un passatempo, chi ha già l’intento di pubblicare (in self o casa editrice), chi vuole dimostrare qualcosa, chi è attratto dalla sfida.

Direi che, in questa grande varietà, il minimo comune denominatore sia l’amore per scrittura.

L. Ogni motivo è valido e ben accetto. La comunità globale è incredibilmente varia e variegata. Dall’estremo nord della Finlandia ai paesi più nascosti dell’Africa troviamo wrimos pronti a sacrificare ore e ore della propria vita per portare alla luce le proprie storie.

Non importa il perché ma il senso di comunità e di unità che la partecipazione al NaNo porta con sé.

La chiamata alle armi per scrivere in modo costante ha prodotto cambiamenti, secondo te, nei partecipanti?

A. Senza dubbio. Conosco dei partecipanti che si sono resi conto, con incredulità e stupore, che sono in grado di scrivere con regolarità. Molti diventano consapevoli delle loro potenzialità solo dopo aver vinto il NaNoWriMo.

L. Immensi. Non per tutti certo ma per molti sì.

Scoprire che si può fare.

Scoprire che in tanti possono farcela.

Scoprire di essere tutto meno che soli in questa avventura.

Scoprire che è importante darsi una regolata (come dicono/dicevano i nostri genitori)

È una vera e propria catarsi.

Ho visto che nella comunità italiana, che tu con altri colleghi gestite, quest’anno sono stati promossi alcuni giochi e sfide, ce ne parli?

A. Ho avuto l’idea di proporre giochi e sfide nel momento in cui mi sono resa conto che molti vivevano il mese di novembre come un periodo di forte ansia e stress. Il NaNoWriMo è una sfida con un traguardo da raggiungere, è vero, ma è anche un’occasione per dare sfogo alla creatività, per provare cose nuove, per conoscere persone nella tua stessa situazione.

Sul forum del NaNoWriMo ho scoperto l’esistenza delle crawl, cioè una serie di sfide collegate tra loro da un tema, ed ho pensato che fosse un’ottima idea da cui partire. Ho creato così delle storie (l’ultima era a tema pirati), ho aggiunto dei bollini virtuali da vincere, ho cercato di mixare sfide di tipo diverso, di renderle interattive e di far interagire tra loro gli utenti. Lo scopo era quello di fare scrivere i partecipanti, dando loro degli obiettivi più piccoli e meno opprimenti e, al tempo stesso, di intrattenerli con una storia scherzosa che alleggerisse l’atmosfera e rendesse il NaNoWriMo più un gioco che una gara.

Devo dire che la comunità italiana ha risposto con un entusiasmo che è andato ben oltre le mie aspettative.

L. Abbiamo continuato il Nanomentor in cui ognuno è mentore e pupillo al tempo stesso di altri wrimos. Laura ha creato un bellissimo bot per gestire le word war all’interno della chat di Discord, molto partecipate. Aver allargato notevolmente i canali di comunicazione oltre al solo forum del sito del Nano ci ha permesso di coinvolgere veramente tanto la comunità italiana, che ha risposto in modo meraviglioso.

Ci sai dire quali ricadute ha, almeno in America, la raccolta fondi del Nano per incentivare la scrittura? Una cosa del genere potrebbe avvenire anche in Italia?

A. La raccolta fondi del NaNoWriMo ha lo scopo di coprire le spese dell’associazione no-profit che lo gestisce e di finanziare lo Young Writers Program, un progetto che promuove la scrittura creativa nelle scuole di ogni grado. Nel 2017, ad esempio, lo YWP ha coinvolto oltre 88.000 partecipanti, tra studenti ed educatori.

L. Non credo che in Italia un meccanismo analogo potrebbe mai funzionare, la nostra politica e burocrazia sono troppo diverse e la tassazione rischierebbe di assorbire ben oltre il 70% delle cifre raccolte.

A questo si somma l’indifferenza e la diffidenza delle istituzioni italiane che sembrano ergersi sulle loro roccaforti di presunzione tanto che, finora, abbiamo incontrato solo muri di gomma nel coinvolgere biblioteche o istituzioni italiane nel progetto del NaNoWriMo.

Per voi che siete arrivati fin qui, ecco le notizie: il Nano (ora che sapete tutto non potete più pensare che stia parlando di quella meraviglia d’attore che interpreta il consigliere di Daenerys in Game of Thrones) di aprile (in effetti, un Nano Camp) è finito il 30, come è ovvio, ma a luglio comincia l’altro Nano Camp. Il Nano vero e proprio – ma le regole sono sempre le stesse – sarà il prossimo novembre. La comunità organizza eventi e sit in di preparazione anche nei mesi “vuoti”.

Se volete conoscere la mia personale esperienza, vi dico che fra novembre 2017 e aprile 2018 ho scritto un romanzo, e a luglio ne ho fatto la prima revisione. In quei tre mesi, ho scritto quasi tutti i giorni e mi auguro che il risultato di quella fatica lo si possa vedere prima o poi in libreria. Ma questa è tutta un’altra storia!

Insomma, se poco poco la scrittura vi intriga, se scrivete già da tempo, se siete Umberto Eco redivivo, se vi piace lasciare biglietti d’amore sul frigorifero o scrivere con espressione la lista della spesa, fate un pensierino sul NaNoWriMo e contattate il gruppo italiano su Facebook, Il NaNoWriMo Italia, per aiuto e sostegno.